Mucuna pruriens nel Parkinson
Mucuna pruriens nel Parkinson
Un nostro studio scientifico con la Mucuna pruriens L.
Mentre cercavo un argomento da presentare come tesi di laurea in Erboristeria frequentavo l’UO di Neurologia del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna e, casualmente, sono venuto a conoscenza di un problema che affliggeva la neurologa responsabile dello Sportello Parkinson. Alcuni pazienti, infatti, assumevano da anni un integratore a base di Mucuna pruriens L., una pianta i cui semi – contenenti L-Dopa – vengono utilizzati nella medicina Ayurvedica per la gestione dei sintomi del morbo di Parkinson. Il problema da parte del personale sanitario era la gestione del farmaco utilizzato per trattare la patologia, il quale richiedeva frequenti modifiche nella posologia per interferenze da parte dell’integratore alimentare.
Ecco dunque l’occasione. La tesi di laurea poteva essere questa.
Come erborista avevo modo di condividere le mie conoscenze multidisciplinari (botaniche e sugli usi delle sostanze organiche naturali e delle piante officinali) e cooperare così con il medico per riuscire a gestire l’integrazione dei pazienti senza più interferenze con i farmaci.
Il mio progetto aveva inizio e segnava i primi passi per la realizzazione di quanto stiamo facendo oggi.
Lo studio si è poi concluso con una pubblicazione internazionale sulla rivista Clinical Neuropharmacology e una presentazione – come poster – al Congresso LIMPE del Novembre 2014 a Salerno.
Vi riporto qui di seguito titolo e sintesi dello studio.
Determinazione quali-quantitativa di L-DOPA in preparati commerciali derivanti da semi di Mucuna pruriens L.
pubblicato con il titolo:
Mucuna pruriens in Parkinson’s disease: a kinetic-dynamic comparison with levodopa standard formulations
La scoperta delle proprietà curative delle erbe officinali accompagna l’essere umano fin dalle sue origini. L’osservazione dei comportamenti degli altri animali e gli usi spesso casuali lo spinsero ad utilizzare le piante per curare i malanni che incontrava lungo il suo cammino.
Negli ultimi decenni la fitoterapia è stata rivalutata notevolmente, soprattutto a livello popolare dove le persone, preoccupate degli effetti collaterali delle terapie farmacologiche o dai loro scarsi risultati e conquistati dalla tendenza generale del ritorno alla “Natura”, preferiscono assumere rimedi erboristici anche se spesso con terapie “fai-da-te”.
Le ricerche scientifiche crescenti, inoltre, hanno confermato e precisato molte proprietà farmacologiche di estratti vegetali. La fitoterapia è entrata quindi nelle terapie scientifiche ufficiali.
Bisogna però ricordare che le piante officinali, oggi, devono essere considerate come potenziali medicinali in quanto le sostanze in esse contenute influiscono sui meccanismi biologici e possono interferire con terapie farmacologiche. Da qui deriva allora l’attenzione, sempre maggiore, che deve essere riservata alle terapie auto-prescritte o consigliate da personale non qualificato.
Obiettivi
Scopo del mio lavoro è stato quello di approfondire le conoscenze sull’effetto svolto da integratori alimentari contenenti estratti di semi di Mucuna pruriens L. assunti da due pazienti affetti da Morbo di Parkinson, attraverso un’analisi quantitativa di L-Dopa contenuta nell’integratore e in semi provenienti da differenti aree geografiche.
Caratteristiche botaniche
Mucuna pruriens L., appartenente alla famiglia delle Fabaceae, è un arbusto rampicante annuale con lunghi viticci che cresce fino a 3-18 m di lunghezza, originario delle regioni tropicali dell’Africa e dell’Asia meridionale (India e Sri Lanka), fino alle Americhe. Le foglie sono ovate, verdi-grigiastre nella pagina inferiore, con piccioli lunghi e setosi. Hanno aspetto cuoriforme, con apici appuntiti e allo stadio giovanile sono ricoperte di peli su entrambe le pagine. I fiori, da 6 a 30, sono di colore bianco o viola, appesi in lunghi grappoli che assumono la forma “di pannocchia”, lunga 15-32 cm. La fioritura inizia generalmente 45 giorni dopo la semina. Il frutto, lungo 4-13 cm, è un baccello che contiene semi simili ai fagioli, lunghi circa 12 mm, neri o brunastri con variegature grigie. I peli che ricoprono i baccelli sono colorati di rosso-arancio e possono causare irritazione intensa alla pelle, con comparsa di vesciche. Il loro contenuto di mucunaina e serotonina causa prurito, vesciche e dermatiti. Utilizzata da secoli nella medicina Ayurvedica per la cura di svariati disturbi, ha acquisito notevole interesse in Occidente per il suo contenuto in L-Dopa, precursore della Dopamina utilizzato nel trattamento del Morbo di Parkinson.
Metodo
Mediante HPLC ho determinato la concentrazione di L-Dopa in semi e in preparati commerciali di Mucuna pruriens L. che abbiamo utilizzato per uno studio di farmacodinamica e farmacocinetica svolto dalla Dott.ssa Guarino (Centro Disordini del Movimento – U.O. Neurologia Cirignotta – S.Orsola-Malpighi, Bologna) e dalla Dott.ssa Contin (Laboratorio di Neurofarmacologia Clinica – Istituto delle Scienze Neurologiche, Bologna) con farmaci tradizionali e con capsule vegetali in due pazienti affetti da Morbo di Parkinson in terapia cronica auto-prescritta (3 anni) con Mucuna pruriens.
Le analisi che ho effettuato presso i laboratori chimici dell’Orto Botanico di Bologna hanno potuto confermare:
- la quantità di L-Dopa effettivamente assunta dai pazienti attraverso l’uso dell’integratore commerciale
- l’effettiva quantità di L-Dopa nei semi di Mucuna pruriens L. provenienti da differenti aree geografiche, riscontrando diversità proprie delle caratteristiche di sviluppo e formazione dei metaboliti secondari nelle piante
- l’effettiva presenza, come si supponeva in studi precedenti, sia nei semi che nell’integratore commerciale, di sostanze sinergiche con la L-Dopa e, in alcuni casi, con possibile ruolo di assuefazione
«E’ risultato fondamentale, in questo studio, la collaborazione tra più figure professionali, ognuna in grado di dare il suo contributo.»
Conclusioni
Il riavvicinamento alla natura da parte delle persone contrasta spesso l’attività medica. La soluzione ha un solo nome: cooperazione. Non solo tra professionisti, ma anche tra medico e paziente.
Con questo studio abbiamo potuto verificare l’assenza di sostanze nocive nella pianta e nell’estratto commerciale. Inoltre, abbiamo avuto una dimostrazione della differente funzionalità di uno stesso prodotto in persone differenti.
Un dato importante: i pazienti in esame hanno manifestato chiara intenzione di non sospendere l’assunzione della Mucuna pruriens L. Riferiscono infatti di avvertire benefici a cui non intendono rinunciare, tra cui una migliore gestione dei sintomi motori negli intervalli di tempo tra una dose e un’altra di farmaco.
Possibili effetti collaterali dovuti ad un utilizzo cronico di estratti di Mucuna non influenzano negativamente la decisione dei pazienti. Gran parte delle persone ritiene che i prodotti erboristici siano assolutamente privi di effetti collaterali. E’ chiaro quindi che molte persone preferiscano il beneficio presente piuttosto che dar peso ad un rischio solo potenziale.
Un consiglio: se stai affrontando sintomi o effetti collaterali delle terapie e vorresti un modo per attenuare o eliminare questi disturbi in modo naturale, puoi prenotare qui una consulenza personalizzata.
Written by: Andrea Passini
Sono laureato in Tecniche di Neurofisiopatologia e in Erboristeria e membro del National Institute of Medical Herbalist. Scrivo gli articoli del blog di Erboristica Val Lamone trattando i numerosi temi che ci accompagnano nella nostra attività.
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